Un giorno ho messo su Instagram, nel box delle domande: "Quali contenuti vorresti vedere su @acasadielena" e tra le varie risposte, mi hanno detto: "Racconta da dove sei partita per arrivare dove sei arrivata"
Premetto che io non mi sento arrivata chissà dove. Sono solo qui.
Ma in effetti com'è nato il progetto A Casa di Elena non l'avevo mai raccontato ed ecco a voi la storia.
"Finito il liceo, mi sono iscritta a lettere moderne a Bologna.
- sì, avevo i capelli rossi -
Durante la pausa estiva del primo anno ho deciso di fare una sorpresa al ragazzo con cui stavo in quel momento e l'ho portato qualche giorno in Calabria. Avevo organizzato tutto: rafting, passeggiate, cenette e per finire una passeggiata a cavallo.
Purtroppo durante questa passeggiata a cavallo, il cavallo su cui ero, si è imbizzarrito improvvisamente: ho perso l'equilibrio e sono caduta.
Ci tenevo che tutto andasse come lo avevo desiderato e nonostante il dolore lancinante mi lasciai convincere che non fosse successo niente e che potevo ritornare a cavallo. In realtà avevo delle fratture ai processi trasversi di 4 vertebre.
Ma quando mi convinco di poter fare qualcosa, non c'è dolore che tenga.
Fu il mio ragazzo a convincermi a fermarmi e mi portò immediatamente in ospedale qui in Puglia dove c'era la mia famiglia ad aspettarmi.
Noi non sapevamo cosa fosse successo e nemmeno quanto possa essere da incoscienti fare un viaggio così lungo con una persona che è caduta da cavallo e che potrebbe avere lesioni più gravi. Ma questa è un'altra storia.
Sono stata allettata per circa un paio di mesi. Immobile a letto, non potevo alzarmi, muovermi, mettermi su un fianco. Ma almeno non ero sola. C'era la mia famiglia che si prendeva cura di me e le mie amiche che venivano a trovarmi tutti i pomeriggi anche se era estate e stare in giro era sicuramente più divertente.
Con il supporto della mia famiglia e di una super fisioterapista ho reimparato a stare in piedi e a camminare (perchè dopo aver passato tanto tempo stesa, non è così semplice). Ma non potevo più prendere aerei, treni nè viaggiare per tanto tempo in macchina. Perchè le sollecitazioni non mi aiutavano con la ricalcificazione e mi provocavano dei bei doloretti. Quindi non potevo più tornare a Bologna ed in quel momento non mi interessava mettermi a studiare.
Per mesi il mio unico obiettivo era rimettermi in sesto.
Nel frattempo, però, noi avevamo già 3 case vacanze e le aveva in gestione un'agenzia di case vacanze a Monopoli, qui vicino.
I miei genitori volevano assolutamente darmi una mano a risollevarmi il morale e così dato che l'agenzia che si occupava delle nostre case vacanze aveva bisogno di una ragazza che facesse i checkin su Polignano, mi accompagnarono a parlar con loro.
Quello che poi diventò il mio capo mi disse "mentre sei al mare, se arriva un ospite, noi ti chiamiamo e tu vai a fargli il checkin"
(non per mancanza di professionalità, ma per farmi capire quanto fosse semplice)
Pur avendo un compito così semplice, dovevo imparare un po' della loro realtà così da poterli rappresentare. Certo, ero piccolina, avevo 20anni ma loro volevano che io imparassi il minimo indispensabile ed io ero stracuriosa.
Cominciai ad andare lì tutte le mattina, a mettere in ordine cose, a studiare le loro case vacanze (già allora ne gestivano parecchie) e più passava il tempo, più le mie -piccole- responsabilità aumentavano. Fino a che non arrivò la mia super tutor che mi ha insegnato gran parte di quello che so oggi.
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Non ho più lasciato quell'ufficio, non è mai successo che io fossi al mare e lasciassi tutto per andare a fare un checkin, perchè più passava il tempo, più aumentava il mio lavoro e le mie responsabilità e dopo un annetto firmai il mio contratto a tempo indeterminato.
Insomma, è successo tutto così, per caso
Sono rimasta con loro 4-5 anni, ho imparato tantissimo, sono stati per me una vera famiglia, mi hanno lasciato crescere e hanno creduto in me. Ma quando io finivo di lavorare lì, tornavo a casa e mi occupavo comunque delle mie casette. Cercavo di fare io i checkin, cercavo di essere accanto ai miei ospiti, di dargli consigli e di supportarli. Avevo 24 anni e lavoravo già tantissimo.
In quegli anni ho seguito diversi corsi: un corso di digital marketing a Lecce, corsi di fotografia e postproduzione, corsi per migliorare il mio inglese,etc e partecipavo a tutte le fiere sul turismo così da poter essere sempre aggiornata sulle novità.
Non avendo fatto degli studi universitari, sentivo l'urgenza di colmare le mie mancanze.
Nel frattempo, durante le ferie, viaggiavo con la mia famiglia e capivo sempre di più cosa volessi offrire ai miei ospiti, il tipo di esperienza che volevo garantirgli: un soggiorno su misura per loro, vicino alla gente del posto, accanto alle tradizioni del luogo. Nulla di standardizzato e impersonale. Ma qualcosa di caldo e accogliente e per farlo dovevo dedicarmi solo ai miei ospiti, non potevo lavorare 8 ore e poi tornare a casa e fare anche questo, non ci riuscivo.
Così un giorno sono andata dalla mia famiglia e gli ho detto: "non ho piante, animali, famiglia, ho un contratto a tempo indeterminato ma voglio provare a mettermi in proprio. Ho solo 25 anni, se non rischio ora, quando?"
E così ho lasciato il mio lavoro ed è nato A Casa di Elena.
Se l'agenzia in cui lavoravo si occupava di prendere in gestione le case vacanze degli altri arrivando a gestire più di 100immobili tra ville, trulli e appartamenti.
A Casa di Elena, lo sapete, gestisce solo immobili di proprietà della mia famiglia accogliendo i nostri ospiti come se fossero di casa.
Quando ho lasciato il mio lavoro, mi sono promessa di non lavorare per nessun competitor e di non diventare a mia volta un loro competitor... Ancora oggi penso che siano una delle agenzie migliori in zona a cui affidare la propria proprietà e con cui lavorare.
Solo che io avevo un progetto diverso.
Con gli anni, poi, A Casa di Elena è diventata sempre più grande: siam partiti con 3 case vacanze ed ora, dopo 5 anni, possiamo ospitare fino a 18 ospiti.
Ed ecco a voi la storia di come è casualmente cominciato tutto.
Per me questa storia comincia così, da una me adolescente che è certa di voler fare l'insegnante e poi si ritrova a fare tutt'altro per via di un imprevisto.
E scopre che quel "tutt'altro" non le viene così male e anzi le piace e le da modo di crescere e imparare un sacco di cose.
Di vivere in un paesino di 17mila abitanti ma di incontrare ogni giorno persone da ogni parte del mondo e di sentirsi libera."
Elena